Jeanine Áñez, ex presidente boliviana |
Centinaia di sostenitori del partito presidenziale Movimento per il Socialismo (MAS, di Sinistra) hanno circondato la prigione dove si trova l'ex capo di Stato, gridando "non uscirà", "assassina" e "30 anni di prigione".
L'ex presidente, già avvocata e conduttrice televisiva, autoproclamatisi "prigioniera politica", doveva essere "assistita urgentemente" in un ospedale della capitale a causa del "peggioramento del suo stato di salute", secondo un'ordinanza del tribunale ma, di fronte alle proteste, il direttore del carcere ha informato il tribunale dell'"impossibilità materiale" di trasferire la Áñez, e il giudice ha ordinato ai medici di entrare in carcere per curarla "anche contro la sua volontà".
Gli oppositori della Áñez si sono scontrati con la polizia quando hanno cercato di smantellare una tenda eretta dai sostenitori che ne sollecitavano il rilascio. Alla fine sono riusciti a dare fuoco al gazebo e i sostenitori dell'ex leader, compreso il suo legale, sono stati costretti a ritirarsi sotto il lancio di uova degli altri manifestanti.
L'ex presidente boliviana accusata di aver guidato un "colpo di Stato" nel novembre 2019 contro l'ex presidente di Sinistra, Evo Morales. Durante il suo mandato 'ad interim', durato fino al novembre 2020, quando è salito allo scranno presidenziale Luis Arce, è stata anche accusata della violenta repressione dei manifestanti anti-governativi in cui persero la vita complessivamente almeno 36 persone e di essere fra i responsabili dei massacri di Senkata e Sacaba. (fonte della notizia: ANSA-AFP; fonte delle accuse: Wikipedia)