La pagina dell'"Alto Adige" dedicata ai pestaggi di Merano |
Non è necessario, purtroppo, restare nel fango delle metropoli (vedi, fra tutti, i fatti di Capodanno a Milano, vero e proprio vaso di Pandora dopo il quale il bubbone è scoppiato) per trovare questa umanità senza né arte né parte, cellula cancerosa che ha ormai infettato anche i paesini e le valli delle regioni in cui mai penseresti di ritrovarteli di fronte e, nei quali, magari, desidereresti trovare persone ancora legate al mondo legato alle origini del nostro passato, arcaico, contadino e dialettale, quella campagna che dovrebbe rappresentare un porto sicuro, il centro delle tradizioni dei nostri padri, anch'essa caduta nelle mani di questa 'pastura' di presunti italioti.
E mentre c'è chi blatera, al solito, di 'disagio giovanile', ecco che l'ultimo esempio arriva da Merano (vedi foto tratta da una pagina interna del quotidiano "Alto Adige"), città di stirpe germanica, anch'essa invasa da questi stranieri assimilati. Ma recentemente era successo a Padova, altro feudo che, nella mia mente, dovrebbe essere roccia e garanzia del mio passato familiare, stravolto da un pericoloso futuro di assimilazioni imposte dal degrado di un mondo moderno che annulla le differenze e le particolarità dei popoli, nel nome di una inconcepibile eguaglianza.