domenica 27 febbraio 2022

Le minacce del sindaco Sala a Gergiev, la replica di Sgarbi: "Sono assurde"

Valerij Gergiev non potrà lavorare per le sue idee (foto "Il Fatto")
La vergognosa serie di minacce proferite dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala (e non solo), al grande direttore d'orchestra russo, Valerij Gergiev, con l'obbligo di prendere posizione e 'abiurare' il proprio presidente Vladimir Putin, pena la perdita del lavoro al Piermarini (in pratica il Teatro alla Scala), ha sortito la protesta di numerosi intellettuali, anche se in pochi hanno avuto il coraggio di alzare la voce, in questi tempi di 'pensiero unico'.
Fra questi, Vittorio Sgarbi, da sempre abituato a essere una 'voce fuori dal coro': "L'intimidazione nei confronti del direttore d’orchestra Gergiev da parte della Carnegie Hall di New York e della Filarmonica di Monaco, e ora anche della Scala di Milano ha il sapore di una odiosa vendetta. E' una cosa sconcertante, inverosimile, grottesca, ed è esattamente lo stesso che rimproverano a Putin".
Sgarbi ha così parlato durante un'intervista rilasciata all'ADNKronos, proseguendo: "La cultura non può essere usata come un'arma di ricatto, perché di questo si tratta, di un ricatto. E' come far pagare a Pirandello le colpe di Mussolini. Colpire la cultura è odioso". Peraltro, sottolinea il critico d'arte, "Gergiev non ha fatto l'elogio di nulla, non ha fatto dichiarazioni, è amico di Putin, non è che per suonare deve pronunciarsi contro Putin, è letteralmente assurdo".
Sgarbi cita poi altri esempi nella storia: "Nessuno ha mai chiesto a Feltrinelli di non essere dalla parte di Fidel Castro", spiega. E ancora, "ben diverso era stato l'atteggiamento adottato con un altro grande direttore d’orchestra, Wilhelm Furtwängler, che aveva diretto vari concerti a vantaggio del regime nazista. Nel febbraio 1938 - ricorda il deputato - diresse la Filarmonica di Berlino per la Gioventù Hitleriana, e, nello stesso anno, l'opera "I maestri cantori di Norimberga" di Richard Wagner per il compleanno di Adolf Hitler. I suoi concerti erano anche trasmessi alla radio per sollevare il morale delle truppe". Dopo la guerra, "si giustificò dicendo che aveva cercato di proteggere la cultura tedesca - conclude Sgarbi -, eppure Furtwängler fu chiamato a dirigere nuovamente in pubblico, in Italia, appena terminata la seconda guerra mondiale: e proprio il Teatro alla Scala di Milano mise in scena L'Anello del Nibelungo sotto la sua direzione". (fonte ADNKronos)