sabato 26 febbraio 2022

La 'democrazia' del sindaco di Milano: o il maestro Gergiev ripudia la propria patria o perderà il lavoro

Un brutto titolo per "Il Giornale": "Il Maestro di Putin"
Da italiano, e milanese, mi vergogno profondamente per le frasi proferite dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l'aut aut intimidatorio e illiberale che ha proferito verso Valerij Abisalovič Gergiev, direttore d'orchestra russo, uno dei più grandi al mondo, l'obbligo di condannare il proprio presidente, Vladimir Putin, divenuto, nel giro di un paio di giorni, 'criminale di guerra', 'mostro' e 'dittatore', altrimenti non potrà più esercitare la propria arte a Milano.
Se Sala, noto abitudinario di pose fotografiche accanto a 'trapper' afromaghrebini, spacciatori e feccia varia che ammorba le nostre periferie, voleva fare uno spot nei confronti della democrazia, evidentemente non ci è riuscito. Ribadendo quei legami con quel mondo della Sinistra che, pare chiaro, il senso del 'tappare la bocca' al dissenso lo culla dentro nell'anima.
Del resto la vicenda della guerra in Ucraina ci è stata raccontata secondo un unico punto di vista, quello artefatto di un mondo occidentale sempre più malato, quello stesso regime che ha deciso di etichettare Donald Trump come presunto 'guerrafondaio' e di elevare a 'santo' un personaggio come Joe Biden, che ha gettato nel panico la politica estera mondiale.
A questo punto sorgono legittimi dubbi su come ci siano state 'vendute' molte altre guerre e molti altri presunti 'criminali di guerra' (per non parlare del trattamento mediatico di questi due anni di pandemia), contemporaneamente coprendo di gloria altri macellai che hanno avuto il solo merito di finire dalla parte dei vincitori.
Il maestro russo Gergiev, in sostanza, deve abiurare la propria patria e prendere le distanze dall’invasione russa dell’Ucraina (peraltro motivata chiaramente da Putin, con spiegazioni anche accettabili) o dovrà rinunciare a dirigere "La dama di picche", che ha debuttato al Teatro Piermarini mercoledì sera.
Dopo la perdita del lavoro per coloro che hanno deciso di non vaccinarsi si arriverà così, ed era facile prevederlo, alla perdita del lavoro per chi decide di pensarla diversamente da quello che è il clima dominante, il pensiero unito del potere di turno.
Per chi altri varrà questa linea di condotta? Solo per i cittadini russi? Un cittadino italiano potrà liberamente sostenere che Putin altro non abbia fatto se non sostenere le decine di migliaia di cittadini di etnia russa minacciati prima e bombardati poi dalle milizie ucraine, molte delle quali di ispirazione nazista (vedi il Battaglione Azov), o rischierà di essere messo ai margini della società civile?
Se un artista deve subire la gogna, questo varrà a maggior ragione per un lavoratore pubblico, un libero professionista, un professore universitario o di scuola?
Quanto deve preoccuparci l'atteggiamento folle del 'democratico' primo ministro canadese, Justin Trudeau, che ha deciso di bloccare i conti correnti dei camionisti in rivolta contro l'obbligo di indossare le mascherine all'interno dei propri automezzi?
Si tratta di ampie chiari segnali di dove le 'presunte' democrazie occidentali stiano dirigendo la propria prua, ovvero verso una illiberalità e demagogia orwelliana che, di certo, nulla ha da invidiare al presunto regime dell'improvvisato 'criminale' Putin.