giovedì 12 agosto 2021

Omicidio d'onore: ancora una donna uccisa da islamici, accade in Germania

La pagina della "Bild" dedicata alla vicenda
Non è il primo caso e, purtroppo, non sarà l'ultimo. E' successo poco tempo fa in Italia, con il caso di Saman Abbas, pakistana uccisa dai parenti più stretti per avere rifiutato un matrimonio combinato. La cosa si è ripetuta in Germania, dove Maryam Hosseini è stata squartata dai due fratelli e fatta a pezzi in seguito alla separazione della donna dal marito e al suo successivo innamoramento nei confronti di un altro uomo, con il quale a breve avrebbe voluto convolare a nozze.
I due, entrambi più giovani della sorella, l'hanno prima torturata e quindi uccisa barbaramente. Motivi d'onore. Quell'onore tratto distintivo di una società feudale quanto mai presente in questa cultura retrograda, incapace di integrarsi con il mondo occidentale, quello 'sano', rappresentato da una sensibilità legata alla cultura e alla protezione dell'individuo che queste genti non potranno mai avere né capire, aree del mondo in cui la lapidazione è all'ordine del giorno.
Come sempre i governi e i media europei, schiavi di quel falso 'buonismo' patrono dell'accoglienza a piene mani, preferiscono non puntare il dito sulle reali cause dell'orrore, ma virano abilmente sui giochi di prestigio legati alla semantica. "Non si dovrebbe parlare di delitto d'onore, ma di femminicidio", ha commentato la senatrice degli Affari sociali di Berlino, Elke Breitenbach. "Dietro questi omicidi non c'è alcuna religione, alcuna cultura, ma strutture patriarcali", ha aggiunto.
Insomma, la classica litania del 'tutto il mondo è paese' e via di questo passo, quando sono i numeri a condannare gli immigrati e quelli di origine islamica in particolare. Basti vedere le percentuali da incubo che vedono in media nettamente più alti i delitti sulla donna (stupri e 'femminicidi') compiuti, appunto, da persone che arrivano dall'estero. Perché se è vero che la violenza è ovunque, la violenza intesa come sopraffazione 'machista' del maschio padrone è una costante tipica del mondo islamico, alla faccia di quelle esponenti del 'femminismo tossico' che preferiscono chiudere gli occhi mantenendoli ben spalancati, fin troppo, quando la violenza (spesso, presunta) tocca le starlette più reclamizzate del mondo dello spettacolo, quelle che fanno comodo, magari a scoppio ritardato, meglio se accusando un uomo bianco di età avanzata e di portafoglio gonfio, come nella vicenda legata a Kevin Spacey o, più recentemente, al governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo (il caso dell'attore nero Bill Cosby, libero come una libellula malgrado le ripetute accuse di molestie, ne è un classico esempio al contrario).
Eppure la decadenza appare irreversibile, un ciclo che va di pari passo con il sempre maggior numero di extracomunitari accolti nel Vecchio Continente. Come puntualizza l'avvocatessa turca Seyran Ates, fondatrice della moschea liberale di Berlino, che ha denunciato la scarsa attenzione delle condizioni di vita delle donne nella cosiddetta "società parallela", ovvero l'insieme di quelle comunità islamiche che, alla faccia delle leggi tedesche preferiscono seguire quelle religiose della sharia.

L'articolo della "Bild"