domenica 8 agosto 2021

La follia dei 'buonisti' condanna Cecilia Salvai che fa la 'cinesina'

Il 'tweet' della Salvai incredibilmente accusato di razzismo
Condanna senza appello per Cecilia Salvai, fuoriclasse della squadra femminile della Juventus, da parte di tutto quel mondo 'buonista' che vede in ogni presunta manifestazione 'razzista' una minaccia da estirpare e un nemico da combattere senza tregua.
Ma qual è stata la colpa di Cecilia? Postare un 'tweet' in cui, con un gesto simpatico, mima gli occhi alla 'cinesina', strizzandoli e ponendo le dita ai lati delle orbite, facendo a questo modo gli occhi a mandorla (che, effettivamente, sono una caratteristica dei popoli asiatici).
Motivo della scenetta, aver posto sulla propria testa quella che in gergo si chiama, in effetti, un 'cinesino', ovvero una sorta di cono utilizzato durante gli allenamenti. Nomignolo che, ne siamo sicuri, a questo punto i fautori della 'cancel culture' proibiranno severamente di usare, bannando da Facebook chiunque ne faccia uso e bollandolo come 'parola di odio'.
Per questa 'super cavolata' la Salvai è stata attaccata e insultata (questo sì, va detto, è odio puro) dai fautori e portabandiera del mondo della cosiddetta eguaglianza. Ma non solo: la stessa Juventus è dovuta scendere in campo con un lungo comunicato di scuse, in cui si legge, fra l'altro, "Per tale errore, il Club si assume la piena responsabilità del verificarsi dell’incidente e del suo grave impatto" (follia pura). Anche l'Adidas, sponsor tecnico della Juventus, ha voluto (o è dovuta?) scendere in campo per, ha spiegato in un suo comunicato, "affrontare la questione".
Durante questo periodo di pandemia, in cui sempre più pesanti sono state le limitazioni subite nella libertà di circolazione, ormai sono divenute lampanti anche le restrizioni legate alla libertà di parola e di pensiero. Vittima questa volta è stata la Salvai, ma potrebbe essere chiunque, per il motivo più stupido e insulso, di fronte a un mondo occidentale muto e incapace di opporsi, schiavo delle proprie regole e di una libertà presunta che si ritorce contro se stessa e diventa cappio soffocante del libero pensiero.

Cecilia Salvai in azione