La copertina di "Sulla terra sulla luna" con una giovane Teresa |
Dopo le prime esperienze legate alla musica popolare (le 'villanelle' con Eugenio Bennato e i Musicanova), alla discreta età di 28 anni (non proprio giovanissima per una esordiente) se ne esce con un disco in piena 'rivoluzione napoletana', parte di quel movimento che comprende i vari Pino Daniele, Toni Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese e la compagnia di Napoli Centrale e tutto il resto di quella composizione partenopea che noi, che non abbiamo vissuto quel magma vesuviano così ricco di stimoli, non abbiamo avuto il piacere di conoscere e ascoltare.
Così come non avevo avuto il piacere di ascoltare le radici di ciò che venne poi sviluppato in "Teresa De Sio" (1982) e "Tre" (1983).
Una musica fresca e ricca, con una spruzzata appena accennata di tastiere e di elettronica, ritmi caraibici sapientemente miscelati al sole mediterraneo, allegria scomposta riempita dalla possente voce di Teresa, che si aggiunge e tutto sovrasta come uno strumento, portando per mano chi ascolta in un racconto popolare che, sebbene in napoletano, tocca le corde come una ninna-nanna dolce e ritmata allo stesso tempo.
Di prim'ordine gli 'accompagnatori': Ernesto Vitolo alle tastiere, Gigi De Rienzo al basso (ma non solo), Francesco Bruno alla chitarra, e tanti altri.
La voce e la musica di Teresa oggi sono altra cosa da quel meraviglioso esperimento d'impatto con cui travolse il mondo musicale italiano, ma è lei stessa a non volerlo, sempre alla ricerca perfezionistica di nuove sfide da affrontare.
Oltre a "Sulla terra sulla luna", seconda traccia del disco, consiglio, per sonorità e anche originalità musicale, "La luna nel pozzo" (con un inizio al sapore di flamenco), la famosa "O sole se ne va" e "Festa a Molina".
Canzoni semplici, finestre aperte d'estate su cortili popolari, voci distanti all'imbrunire incorniciate dal suono sommesso di un saxofono. Grazie Teresa.
La voce e la musica di Teresa oggi sono altra cosa da quel meraviglioso esperimento d'impatto con cui travolse il mondo musicale italiano, ma è lei stessa a non volerlo, sempre alla ricerca perfezionistica di nuove sfide da affrontare.
Oltre a "Sulla terra sulla luna", seconda traccia del disco, consiglio, per sonorità e anche originalità musicale, "La luna nel pozzo" (con un inizio al sapore di flamenco), la famosa "O sole se ne va" e "Festa a Molina".
Canzoni semplici, finestre aperte d'estate su cortili popolari, voci distanti all'imbrunire incorniciate dal suono sommesso di un saxofono. Grazie Teresa.