sabato 9 ottobre 2021

Dalla Polonia un coraggioso 'no' all'invadenza del diritto europeo

Julia Przylebska con il presidente polacco Andrzej Duda
Un chiaro e forte 'no' contro i tentativi di sopraffazione che, giorno dopo giorno, l'Europa cerca di operare nei confronti della sovranità degli Stati che la compongono. La risposta, una luce di speranza per tutti i Popoli europei, arriva ancora una volta dall'Est. Non dall'Ungheria di Viktor Orban, ma dalla Polonia, in cui la Corte costituzionale di Varsavia, guidata dalla giudice Julia Przylebska, ha decretato come alcuni articoli dei Trattati dell'Unione europea siano 'incompatibili' con la Costituzione dello Stato polacco e come le istituzioni comunitarie agiscano 'oltre l'ambito delle loro competenze'.
Un'affermazione rivoluzionaria e che spiazza completamente l'Unione Europea, minando alle basi il colosso d'argilla continentale, che troppe volte è entrato nella vita quotidiana dei suoi Stati membri, senza comprenderne usi e reali necessità.
Ora Bruxelles è pronta a usare l'arma del ricatto per fare recedere Varsavia da quelle che vengono considerate, forse anche giustamente, come posizioni di 'Polexit'. In gioco ci sono infatti 58,7 miliardi di euro fra prestiti e sussidi del Next Generation Ue, tutti destinati a Varsavia, cui però l'Unione Europea non ha ancora dato il via libera.
Nel frattempo, un altro segnale importante è arrivato da un altro dei Paesi del Gruppo di Visegrad, l'Ungheria, nelle parole della ministra ungherese della Giustizia, Judit Varga: "Continueremo a resistere alla pressione della lobby Lgbtq. Poiché alcuni Stati hanno insistito strenuamente affinché gli attivisti Lgbtq fossero ammessi nelle nostre scuole, io e il collega polacco abbiamo dovuto usare il veto".