sabato 23 ottobre 2021

Putin contro le teorie 'gender': "Sono pratiche mostruose"

Vladimir Putin (foto Kremlin.ru)
Va in scena in questi giorni, a Sochi, l’annuale meeting del Valdai Club, il più importante think tank politico russo. Ne parla "Il Primato Nazionale" in un bell'articolo di Lorenzo Berti, in cui vengono analizzati alcuni dei punti sottolineati dal presidente della Russia, Vladimir Putin, il cui discorso è stato il momento centrale della manifestazione.
Mai come in questo momento la repubblica russa sembra essere l'ultima ancora di salvataggio per quelli che sono i veri valori occidentali legati al concetto di libertà, contro ogni deriva legata al caos del multiculturalismo forzoso, facciata desiderata da tutti coloro che ambiscono a un'"Europa Senza Volto" e senza più punti di riferimento, vittima di una 'cancel culture' ancora più profonda di quella americana, perché minata dal cambiamento radicale della struttura etnica che ne costituisce l'ossatura.
"Gli sconvolgimenti socio-culturali che si verificano negli Stati Uniti e nell'Europa occidentale non sono affari nostri. Non ci immischiamo - dice Putin, nella tradizione del PN -. Qualcuno in Occidente è convinto che la cancellazione aggressiva di intere pagine della propria storia, la discriminazione della maggioranza nell'interesse delle minoranze o l’abbandono di concetti basilari come mamma, papà, famiglia e persino delle differenze di genere sono pietre miliari del cammino verso il rinnovamento sociale. Ancora una volta voglio sottolinearlo: questi sono affari loro, chiediamo soltanto di non venire con queste idee in casa nostra".
Scorrendo l'articolo del Primato, si incontra anche la posizione di Putin sull'argomento gender: "La pratica in alcuni Paesi occidentali di insegnare ai bambini che possano cambiare sesso, facendogli prendere decisioni che potrebbero rovinargli la vita, è mostruosa, un crimine contro l’umanità in nome del progresso".
Tanto basti per capire come, per l'ennesima volta, come sia necessario guardare a Est per ritrovare un autentico 'spirito europeo' (forse addirittura cristiano), evitando così di farsi trascinare nel 'buco nero' della globalizzazione forzata.