giovedì 25 novembre 2021

Mishima, 51 anni fa il suicidio dell'ultimo eroe del mondo contemporaneo

Yukio Mishima (foto tratta da Destra.it)
Oggi, 25 novembre, ma nel 1970, moriva Yukio Mishima, uno degli ultimi 'eroi' del mondo contemporaneo.
Lo scrittore, attore, poeta (e tanto altro) giapponese decise di suicidarsi secondo l'antico metodo dei samurai, il seppuku, dopo avere occupato, assieme a quattro fidati paramilitari da lui guidati (i Tate no Kai o Shield Society, milizia da lui stesso fondata che aveva il culto dell'Imperatore e degli antichi valori tradizionali), il Ministero della Difesa.
Un suicidio senza ripensamenti, preceduto da una diretta televisiva 'forzata', secondo il più antico ordine marziale: tranciarsi il ventre con la katana, la classica spada del samurai, per poi avere la certezza della morte con la decapitazione, cui provvede un aiutante, in questo caso uno dei paramilitari già addestrati nello storico assalto, avvenuto proprio il 25 novembre di 51 anni fa.
Non conosco molto la figura e le opere di Mishima (che poi trattasi di 'alias'), se non per aver letto il solo "La via del samurai", che poi basterebbe e avanzerebbe, libro maestoso che traccia una via da percorrere per chi non voglia adeguarsi alla mediocrità dell'imperante secolo delle 'democrazie del McDonald's'.
Vivi la tua vita come se fosse un continuo 'ultimo giorno' e preparati ad essere accolto degnamente dalla morte. Fu questo il senso che percepii quando, ancora liceale, fra un brano dei Japan e uno di Riuichi Sakamoto, lessi quel libro, dedicato a una strada quanto mai impervia da percorrere di questi tempi, una vita di consapevolezza e del mai adagiarsi alle soluzioni di comodo, alle ipocrisie e alle speculazioni di una società troppo corrotta per essere rispettata.
Adorato da una buona parte della politica di Destra più illuminata e meno incline al compromesso, la figura di Mishima è stata frettolosamente accantonata dai contemporanei perché troppo scomoda ma, inevitabilmente, il suo gesto fu troppo clamoroso per restare dimenticato e, a cadenza annuale il suo rispuntare torna a essere un monito affascinante e un punto di riferimento per chi non si accontenti di essere guidato da un Mario Draghi o un Matteo Renzi qualsiasi, o veda come missione della propria vita la creazione di una 'fabbrichetta' da dirigere comodamente seduto in poltrona in giacca e cravatta per poi approdare ogni 12 mesi nella personale fiera di interesse.
Amato da David Bowie (altro personaggio leggendario che, sempre a Destra, piaccia o meno, ha trovato la sua migliore collocazione), musicato da un altro genio delle 'sette note' come Philip Glass, Mishima immola se stesso nel nome di un imperatore morto e di un ordine militare scomparso, simboli di una civiltà spazzata via dal mostro capitalista con due bombe atomiche.
Se non vi basta questo per amarlo, allora siete abbastanza degni di ascoltare un disco di musica 'trap'...
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