Il giudice chiede alla giuria la sentenza, a destra Rittenhouse |
Sembra incredibile che, a dispetto della macchina del fango demagogica allestita dai media del 'mainstream' americano, CNN e MSNBC in testa, la giuria sia riuscita a mantenersi neutrale. Addirittura una persona legata proprio a questa seconda rete è stata in questi giorni fermata nei pressi del furgone che trasportava i giurati, e pertanto espulsa, con tutta la troupe, dall'aula del processo.
Una demagogia che, da più parti, aveva condannato il giovane Kyle, oggi 18 anni ma solo 17 al tempo dei fatti, senza il beneficio del processo.
"Razzista" e "Suprematista bianco" erano i termini usati per indicarlo da parte di tutti i commentatori dell'America 'bene', arrogatisi in anticipo di una sentenza di colpevolezza. Il nostro "La Repubblica", a dispetto della sentenza finale di assoluzione, lo definisce "il killer di Kenosha", mostrando per l'ennesima volta tutto il proprio disprezzo per la verità, ignorando le motivazioni che hanno portato alla sua innocenza ma mettendo alla berlina il dolore di un ragazzo che, oltre ad aver rischiato la propria vita per colpa di alcuni violenti, si è trovato a dover affrontare il rischio dell'ergastolo. Sarei curioso di vedere come il coraggioso titolista (o giornalista) de "La Repubblica" avrebbe reagito in una situazione simile.
Per Joe Biden si tratta dell'ennesima umiliazione. Lui, il presidente che si era spinto a pronunciare frasi d'accusa incredibili verso Rittenhouse (forse pensando di cavalcare un 'sentiment' popolare), ritenuto pure da lui al pari di un razzista della peggior specie, senza attendere l'esito di un giudizio ritenuto frettolosamente scontato.
Invece, per l'ennesima volta, l'inquilino sempre più inquieto della Casa Bianca ha dovuto masticare amaro. Le immagini di queste ore lo inquadrano corrucciato, obbligato a rimangiarsi buona parte di quanto detto. A precisa domanda di una giornalista se non fosse il caso di correggere il tiro sulle affermazioni da lui rilasciate, Mister President si è limitato a rispondere: "Rispetto ciò che la giuria ha concluso. Il sistema giudiziario funziona e dobbiamo rispettarlo". Per fortuna.
Rittenhouse è stato assolto con formula piena dai cinque capi d'accusa dei quali era incriminato. Ancora una volta il ragazzo è stato preda di un violento attacco di pianto, comprensibilissimo. Ora cambierà città, forse stato, la paura di ritorsioni e di violenze da parte del movimento 'antifa' è tanta. Un movimento ritenuto 'terrorista' anche in Europa.
Alla fine però ha avuto ragione lui e le immagini, chiare, che lo vedono inseguito, armi in pugno, da un branco di violenti.
Intanto i media di Sinistra continuano a strillare straparlando di "White Supremacy". "Don't listen to these garbage", risponde con coerenza FoxNews, che fin dall'inizio, sola e unica, ha sposato la causa del giovane. La teoria della legittima difesa ne esce rafforzata. Almeno questa volta possiamo guardare con un briciolo di ammirazione al sistema americano. Un innocente è stato salvato dalla furia della marmaglia di strada.
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A "La Repubblica" piace speculare sulla pelle di un ragazzo innocente |