Viktor Orban non ha paura dell'Europa (da "La Verità") |
"La posizione dell'Ungheria sull'immigrazione resta invariata". Lo ha affermato in una nota Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orban, commentando la sentenza della Corte di giustizia europea sull'incompatibilità con il diritto europeo della cosiddetta legge 'Stop Soros', ovvero il pacchetto contro i clandestini approvato dal governo magiaro tre anni fa. "L'Ungheria prende atto della sentenza - si legge nel comunicato - ma si riserva il diritto di agire contro le attività delle organizzazioni non governative finanziate dall'estero, comprese quelle finanziate da George Soros, che cercano di influenzare, interferire o addirittura promuovere la migrazione. A questo modo, si legge ancora, il governo ungherese "farà valere la volontà degli ungheresi e impedirà all'Ungheria di essere un Paese di immigrazione", ha dichiarato ancora Kovacs su Facebook.
Anche la Polonia ha deciso di ignorare quello può definirsi un vero e proprio ricatto, vista la multa record da un milione di euro al giorno che Varsavia dovrà pagare, dal 27 ottobre, per il mancato rispetto delle misure provvisorie della corte europea.
Per il viceministro polacco, Sebastian Kaleta, il verdetto non è che "un altro tentativo di destabilizzare politicamente il sistema giudiziario polacco". Proprio come ha fatto la consorella ungherese, e non è un caso che entrambe la nazioni dell'Europa orientale siano parte di quel Gruppo di Visegrad, ultimo avamposto di un fiero sovranismo continentale e baluardo contro l'invasione musulmana cui adesso, in misura sempre maggiore, tutti i veri europei trovano ispirazione. (fonte: ANSA)