giovedì 11 novembre 2021

Kyle Rittenhouse non è un violento, ha ucciso per legittima difesa

Lo scambio fra il giudice Schroeder e l'Accusa (FoxNews)
Non è così strano che un Paese come l'Italia, in grado di 'santificare' un personaggio del calibro di Carlo Giuliani, abbia definito Kyle Rittenhouse, aspirante agente di polizia che ha sparato per legittima difesa, uccidendo due persone, un 'baby assassino'.
Fortunatamente in America le cose, durante il suo processo, sembra stiano andando nel verso giusto, riconoscendo al giovane, che faceva parte di una sorta di 'ronda' di cittadini desiderosi di mantenere l'ordine e la pace sociale a Kenosha, Wisconsin, durante i tumulti originati dalla violenza dei manifestanti sobillati dal movimento Black Lives Matter, la legittima difesa.
Centinaia, forse migliaia di agitatori che hanno riempito le strade americane per giorni brandendo il presunto ideale di una non meglio identificata 'giustizia sociale', permettendosi di distruggere e colpire qualsiasi cosa e chiunque si trovasse sul proprio cammino.
Le immagini, del resto, sono chiarissime: Rittenhouse, identificato da quegli stessi facinorosi tanto amati dalla sinistra Dem come 'non allineato' e quindi 'nemico', viene inseguito da alcune persone, di cui alcune armate, cerca di scappare rifiutando ogni contatto. E' costretto, per difendersi, a colpire il primo manifestante che cerca di colpirlo, poi scappa ancora, incespica nella fuga, cade e, inevitabilmente, quando si trova circondato dagli avversari e vede la propria vita in pericolo, spara ancora, come chiunque avrebbe fatto al suo posto.
Il giudice Bruce E. Schroeder ha ammonito severamente l'Accusatore, Thomas Binger, riguardo alla sua linea di gestione del 'caso'. Soprattutto, un testimone presente quella sera, uno dei facinorosi che avevano circondato Rittenhouse, pistola in pugno, ha candidamente ammesso come il giovane aspirante poliziotto non abbia aperto il fuoco fino a quando non abbia visto la pistola puntata verso di lui.
L'opposto di quanto buttato nelle 'fauci' dei lettori dal 'moderato' Corriere della Sera che, come la stragrande maggioranza dei media, si è genuflesso di fronte alla causa BLM, e ha presentato così la vicenda: "...Vicino all’edificio c’è anche Kyle Rittenhouse, 17 anni: ha un fucile semiautomatico AR-15. 'Stiamo proteggendo i cittadini e una persona della folla mi ha appena spruzzato dello spray al peperoncino negli occhi', racconta il ragazzo che a un certo punto viene inquadrato mentre, scappando dai manifestanti, si volta e inizia a sparare. Rittenhouse colpisce la prima persona alla testa e si dà alla fuga, ma scappando inciampa e aggredito dalla folla che lo ha raggiunto continua a sparare. Sotto i suoi colpi cadono altre due persone, una delle quali rimane a terra".
Insomma, non proprio quanto viene invece raccontato da un sito c in cui, invece, vengono raccolte firme in suo favore.
"Nei pressi di una stazione di benzina, il giovane è stato aggredito da alcuni manifestanti, nello specifico da Joseph Rosenbaum (il ragazzo con la maglietta rossa). Kyle, non essendo un violento, non ha inizialmente utilizzato l'arma a sua disposizione ma anzi E' FUGGITO. Il manifestante lo ha inseguito lanciandogli oggetti non identificati, e quando lo ha quasi raggiunto accerchiandolo in un parcheggio (avendo altri oggetti non identificati con sé di cui Kyle non poteva chiaramente accertarsi in tempo visto le circostanze) il giovane cadetto ha fatto fuoco colpendo e uccidendo il manifestante. La prima cosa che fa a questo punto è chiamare il 911 per far arrivare i soccorsi. A seguito di ciò e con la folla a lui attorno, si è dato alla fuga per evitare di essere gambizzato dalla folla numerosa di manifestanti ma è stato inseguito. Poco distante avverrà infatti il secondo conflitto a fuoco: durante la fuga Kyle inciampa e cade all'indietro. Un manifestante (che si scoprirà poi essere Anthony Huber) tenta di colpirlo ALLA TESTA sferrandogli un colpo con il suo skateboard mentre Kyle è ancora a terra ma il ragazzo assorbe il colpo e risponde sparando UN colpo che si rivelerà poi fatale. Contemporaneamente, un altro manifestante, col viso coperto, tenta di aggredire Kyle ma quando quest'ultimo fà fuoco con la sua arma, arretra spaventato e si blocca al rumore degli spari. Vigliaccamente, poi, estrae da dietro i pantaloni una Glock (illegalmente posseduta) e la punta contro Kyle che però con una freddezza ed una lucidità eroica degna dei migliori militari da campo, ferisce con un colpo il manifestante al braccio".
Anche Donald Trump aveva difeso Kyle Rittenhouse